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Teoria Polivagale: come il nostro corpo risponde al pericolo

Aggiornamento: 22 lug

Quando ci sentiamo minacciati o in pericolo, non siamo noi a decidere razionalmente come reagire. È il nostro corpo, attraverso il sistema nervoso autonomo, ad attivare risposte automatiche che hanno come obiettivo la nostra sopravvivenza.

Secondo la Teoria Polivagale, elaborata dal neuroscienziato Stephen Porges, il sistema nervoso autonomo umano non si limita alla classica distinzione tra “attacco o fuga” e “rilassamento”, ma funziona secondo una gerarchia evolutiva più complessa, composta da tre sistemi di difesa che si attivano in modo graduale.


Tre livelli di risposta al pericolo secondo la teoria polivagale


1. Sistema ventrovagale: la connessione sociale (la risposta più evoluta)


La prima strategia attivata in risposta al pericolo è quella più recente dal punto di vista evolutivo ed è mediata dal nervo vago ventrale, una branca del sistema parasimpatico.

Quando ci sentiamo relativamente al sicuro, anche in una situazione potenzialmente minacciosa, il corpo attiva il sistema ventrovagale: è il meccanismo della connessione sociale. La persona cerca di gestire la situazione attraverso il dialogo, il contatto visivo, un sorriso o un tono di voce rassicurante. Si tenta di “ingaggiare” l’altro per favorire una comunicazione cooperativa e disattivare la minaccia. È il sistema che regola le relazioni umane e promuove la calma e l’interazione.

Quando questo sistema è attivo, ci sentiamo al sicuro, presenti, capaci di pensare chiaramente e connessi con gli altri.

2. Sistema simpatico: attacco o fuga (la risposta intermedia)


Se la strategia della connessione sociale non funziona — ad esempio, se l’interlocutore è percepito come effettivamente minaccioso o non disponibile al dialogo — entra in gioco il sistema simpatico, una parte più antica del sistema nervoso autonomo.

Il corpo passa a una modalità di attivazione: aumento del battito cardiaco, respirazione accelerata, tensione muscolare, iper-vigilanza. È il sistema che ci prepara all’azione, favorendo comportamenti di attacco o fuga. È una risposta automatica, veloce, e ha permesso agli esseri umani (e agli animali) di sopravvivere in situazioni di pericolo reale.

In questo stato possiamo sentirci agitati, impazienti, irritabili, in allerta costante, oppure sopraffatti dall’urgenza di scappare da una situazione.


3. Sistema dorsovagale: spegnimento e immobilizzazione (la risposta più antica)


Se nemmeno la reazione di attacco o fuga risulta efficace — ad esempio, se ci si trova in una situazione di pericolo percepita come ineluttabile o senza via d’uscita — si attiva la strategia più primitiva e profonda: quella del collasso, mediata dal nervo vago dorsale.

Questa risposta è tipica degli animali che si fingono morti per evitare il predatore, e si manifesta con svenimento, disconnessione emotiva, immobilità, senso di congelamento, vuoto, dissociazione.

È uno stato in cui ci si sente come “spenti”, distaccati dal proprio corpo o dalle emozioni, con difficoltà a reagire o perfino a muoversi.
teoria poligale

Una gerarchia adattiva


Questi tre sistemi si attivano in modo gerarchico, a seconda di quanto la situazione è

percepita come minacciosa:

  1. Prima si tenta la connessione sociale (ventrovagale),

  2. poi si passa alla mobilitazione attiva (simpatico),

  3. infine, se nulla sembra funzionare, si arriva alla chiusura totale (dorsovagale).


Tutte queste risposte sono automatiche e non volontarie: non si scelgono, ma si attivano in base a come il nostro sistema nervoso valuta (spesso inconsciamente) il contesto.




Perché è utile conoscere questa teoria?


Conoscere la Teoria Polivagale aiuta a comprendere in modo più compassionevole le proprie reazioni di fronte allo stress o al trauma. Ad esempio, riconoscere che uno stato di blocco o di forte agitazione non è segno di debolezza o esagerazione, ma una reazione neurofisiologica, può essere il primo passo per avvicinarsi a sé stessi con più gentilezza e per trovare strategie adeguate di regolazione emotiva.


La buona notizia è che il sistema nervoso può imparare nuove risposte. Con il giusto supporto, è possibile aiutare il corpo a tornare a uno stato di sicurezza e connessione.

Se queste informazioni risuonano con la tua esperienza o se senti che l’ansia, lo stress o la sensazione di blocco stanno interferendo con la tua quotidianità, può essere utile parlarne con un professionista.


Nel mio lavoro psicoterapeutico integro la comprensione del funzionamento del sistema nervoso — anche alla luce della Teoria Polivagale — per aiutare le persone a ritrovare uno stato di maggiore equilibrio, presenza e sicurezza.



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